lunedì 26 ottobre 2015

NOVE REGOLE PER FARLO INNAMORARE O PER UNA MIGLIORE EDIZIONE ITALIANA?

E oggi ufficialmente mi calo nel ruolo della rompi, o della stronza se preferite. Partendo da una premessa. Con molto piacere mi sono proposta a un gruppo di lettura curato da Insaziabili Letture che, in pratica,funziona così: si sceglie un titolo in edizione cartacea e si fa circolare la stessa copia fra diverse persone che poi lasciano commenti e annotazioni (in matita) sul libro stesso o su foglietti che viaggiano insieme al libro. Questa cosa è molto divertente e i commenti di chi mi ha preceduta nella lettura si sono rivelati spassosi (grazie ragazze!). Insomma, mi sono ritrovata virtualmente all'interno di una serata femmine folli, alla Bang bang tutta colpa di gatto rosso. Ok, scusate l'auto-citazione. Fino qui tutto bene anche perché il libro prescelto per questa lettura collettiva era Nove regole da ignorare per farlo innamorare, della Sarah MacLean, autrice che non mi dispiace affatto. 
Almeno in originale. In italiano..., be' è tutta un'altra storia. 

Se proseguirete a leggere questo post, capirete perché di solito non leggo romanzi tradotti dall'inglese, visto che in inglese me la cavo egregiamente. Perché, se leggo tradotto, invece di godermi il romanzo mi logoro facendo editing e correggendo le magagne del traduttore (o almeno quelle che a me paiono tali). Abbiamo grandi traduttori, e ne conosco di ottimi di persona, ma in questo caso mi sono trovata a storcere il naso in più di un'occasione. Ok, mi si dirà, perché non pensi al tuo orticello invece di sputare sul lavoro degli altri? Perché 1) una pessima traduzione è un'offesa nei confronti dei lettori (e mi verrebbe anche da aggiungere che non mi stupirei se qualcuno dei nostri editori pensasse che chi legge romance è un lettore di serie b, quindi non in grado di accorgersi della qualità della traduzione perché preso solo dai sospiri di lei e dagli arrapamenti di lui); 2) far uscire brutti libri fa male a tutti, lettori e anche scrittori. Abbassa il livello. Soprattutto quando si parla di romanzi di genere come sono i romance: visto che le storie sono già state raccontate tutte (e ancora verranno raccontate, non c'è scampo a questa verità), se non ci si batte per uno stile migliore (e nel caso delle traduzioni uno stile fedele a quello dell'autrice) e per un po' di originalità (sia da parte degli autori che dei traduttori), si finirà con l'avere romanzi tutti uguali, piatti, scorretti, prevedibili e senza personalità. Combattiamo per un rosa migliore, signore mie. 

MAGAGNE DELL'AUTRICE? FORSE. 
Premettendo che per fare una critica più approfondita del testo dovrei avere a disposizione anche la versione inglese, che non ho, vediamo alcune magagne che ho trovato leggendo. Certo, alcuni errori possono essere colpa dell'autrice, come il fatto di ritenere Calpurnia un'imperatrice romana (Calpurnia NON era un'imperatrice, ma la moglie di Cesare che, come è noto anche ai bambini di prima media, non era un imperatore). Ma mi chiedo: perché il traduttore (o l'editor) non ha corretto l'errore, almeno per le lettrici italiane che di storia romana forse ne masticano un po' più delle americane? 
Altro errore, forse in parte dovuto all'autrice, è il continuo balletto del punto di vista. Ci sono momenti, e parecchi, in cui non si capisce più se sia il POV di lei, di lui, o di chi sa il signore. E questo è anche dovuto al fatto che si sottintende spesso il soggetto, che invece in inglese è obbligatorio e ben identifica se è un HE o una SHE a parlare o pensare o ad essere l'oggetto dell'azione. 
A pag 195 leggo: la cameriera si era seduta sul suo letto, guardandola camminare su e giù per la stanza come se fossero a una partita di tennis.
Partita di tennis? A parte il fatto che è vero che il tennis odierno si ispira a giochi molto più antichi (ma anche molto diversi dall'attuale), il primo campo da tennis dove presumibilmente si giocava un tennis che aveva qualcosa di simile a quello che conosciamo oggi fu costruito nel 1830. Dieci anni dopo la vicenda raccontata nel romanzo. Quindi parlare di partita di tennis  (anche se in modo figurato) mi sembra a dir poco tirato. Può darsi che sia stata l'autrice a farlo per prima, ma l'editor italiano non poteva cliccare Tennis su Wiki e dare una controllatina? Personalmente il dubbio mi è venuto subito. 
MAGAGNE DELLA VERSIONE ITALIANA (almeno da me reputate tali)
Uso del condizionale invece che del congiuntivo a pag 49. Cito:
E se davvero AVREBBE potuto fare una vita diversa da quella noiosa(....)? E se davvero AVREBBE potuto fare tutte quelle cose che...?
Pag 179 : gli al posto di le: Non gli sfuggì ...
Uso di termini gergali non adatti alla figlia di un conte nella Londra del 1820:
non me ne frega niente pag 228
cozza  inteso come bruttona, pag 192.
E poi, tradurre commoners con comuni? I commoners sono le persone prive di un titolo nobiliare, non i comuni. Almeno fosse stato tradotto con gente comune! pag 241.
Situazioni paradossali. Pag 185. Premetto che lei sta puntando contro di lui un dito. Sentite un po' qui cosa ne esce: 
A quel punto Ralston perse le staffe,le afferrò  la mano con il dito che teneva ancora puntato verso di lui e la tirò a sé.
È evidente che lui le prende il dito per tirarla a sé, ma qui c'è scritto che le afferrò la mano USANDO il dito di lei. E come è riuscito a farlo? Bastava dire: le catturò il dito che ancora puntava verso di lui, poi le afferrò la mano e la tirò a sé. O sbaglio?
A pag 209 si parla di PARTITA di scherma. Non sono un'esperta, ma ho sempre sentito dire INCONTRO di scherma.
C'è un uso allegro dei gerundi, a volte a mio avviso proprio sbagliato. Cito un solo esempio, a pag 295: ...Ralston prese un fazzoletto dalla tasca, asciugandosi le mani, poi glielo porse in modo che potesse fare la stessa cosa.
Prese il fazzoletto mentre già si asciugava le mani? Perché sembra proprio così. Forse bastava scrivere: ...prese un fazzoletto dalla tasca, si asciugò le mani e glielo porse in modo che potesse fare la stessa cosa (a parte il fatto che un gentiluomo avrebbe prima fatto asciugare le mani alla signora.)
E questi erano solo degli esempi. Sui refusi (che scappano sempre, mannaggia a loro) chiudo un occhio.
E detto ciò...la trama del romanzo è piacevole anche se, cara Calpurnia Imperatrice (o quasi): vuoi rompere le regole prima di auto-dichiararti zitella doc a soli 28 anni, e scegli di romperle con tali pallidi e insulsi desideri? Io avrei osato di più.
Comunque, visto che nel frattempo mi sono innamorata di Nick, fratello gemello del protagonista, credo proprio che mi leggerò il romanzo della serie che segue. In inglese, of course. 
Lo so, sono stronza, ma quando ce vo' ce vo'.

Yours truly  
              Viviana

ps: L'immagine Fight for a better romance in Italy è presa dal blog Biblioteca Romantica.