giovedì 5 giugno 2014

TRA REALTA' E FINZIONE: IL LADIES' HOME JOURNAL IN UN AMORE DI FINE SECOLO.

A metà circa di Un Amore di Fine Secolo, la mia protagonista, Camille Brontee, si ritrova a dover cambiare lavoro. Per la cronaca, lei è una delle poche donne di ceto elevato che, in quel 1899, non solo lavora per vivere, ma lavora nella redazione di un prestigioso (e fittizio) quotidiano di New York, il Daily. Camille è costretta a lasciare il suo posto (non vi racconto qui perché), ma non ci mette molto (oggi non sarebbe stata così fortunata) a trovare un altro impiego come redattrice in un mensile femminile, il Ladies' Home Journal (da qui in poi per comodità lo chiamerò LHJ). Se il Daily è una licenza poetica dell'autrice (moi), il LHJ è storia; e perdonerete, quindi, se nel mio romanzo mi sono permessa di immaginare che esistesse all'epoca una piccola redazione anche a New York (cosa poi non tanto campata per aria), oltre a quella storica di Filadelfia. Dovete sapere che io ho un amore incondizionato per questa rivista, o meglio, per le sue copertine d'epoca. Sono una patita (non un'esperta!) di cover del passato, e quelle del LHJ sono splendide. Ai tempi, erano per lo più realizzate da quei fantastici artisti che erano e sono gli illustratori: come Norman Rockwell, l'italiano Beltrame, o William Ladd Taylor che fu il principale illustratore del LHJ dal 1895 sino al 1926.
A proposito: il LHJ   realizzò la sua prima cover fotografica nel gennaio del 1898 dedicandola alla First Lady di allora, Ida McKinley, colta in un momento di riposo nel giardino della Casa  Bianca (immagine qui a fianco). Ma torniamo da Camille, la mia protagonista, che troviamo a lavorare per il LHJ nel gennaio del 1899, sotto la direzione di Edward W. Bok (lo cito nel romanzo). Bok subentrò alla guida della testata quando la fondatrice del giornale, che poi divenne anche la suocera di Bok, decise di occuparsi solo della parte 'casalinga' della rivista. Sì, avete capito bene. Fu una donna a fondare il prestigioso magazine. Louisa Knapp Curtis (nella foto in basso) la creò di sana pianta nel 1883. Va bene, era la moglie dell'editore (il potente e lungimirante Cyrus H.K. Curtis), ma che personaggio straordinario! Su di lei sì che varrebbe la pena scrivere un romanzo o fare un film (solo a pensare a lei, mi emoziono!). L'illuminato Bok diresse la rivista per circa trent'anni facendola crescere sino a diventare  la numero 1 in America e nel mondo, successo che, per la cronaca, durò per più di un secolo. E se credete che durante quel periodo il LHJ si occupasse solo di cappellini e ricette, vi sbagliate di grosso. Seguendo le orme lasciate dalla suocera, Bok volle una redazione tutta femminile che si occupasse di donne per le donne. Su quel foglio scrissero le prime femministe, coloro che aprirono la via al suffragio femminile (come Jane Addams); vennero pubblicati racconti di grandi autori; si parlò di architettura (i primi lavori di Wright furono oggetto di un articolo nel 1901!), di economia  e del progresso che avanzava a ritmo frenetico; si parlò molto di educazione e di salute delle donne (fu il primo giornale a eliminare le pubblicità di farmaci che promettevano l'impossibile), dei primi sport per le donne, e soprattutto si raccontò di come negli anni stava mutando il loro ruolo nella società. Si parlò di emancipazione, insomma. 
Tutto ciò usando termini quotidiani e non rivoluzionari, ma efficacissimi. Guardate le magnifiche cover che pubblico in calce a questo articolo, e ve ne renderete conto. Dicevo prima che il LHJ fu fondato nel febbraio del 1883; sapete che proprio quest'anno, dopo 131 anni di attività, la rivista chiuderà? Sì, succederà tra un mese: nel luglio di questo 2014 il suo ultimo numero cartaceo verrà distribuito nelle edicole americane, poi la rivista proseguirà solo in versione riveduta e digitale. Quando ho letto questa notizia, be', mi è sembrata davvero una strana coincidenza e sono stata ancora più felice, nel mio piccolissimo, di avere reso col mio romanzo un piccolo omaggio al Ladies' Home Journal.



Yours Truly 

                Viviana


Ps: Sapete qual è stato lo slogan della rivista (dal 1946)? MAI SOTTOVALUTARE LA FORZA DI UNA DONNA (NEVER UNDERESTIMATE THE POWER OF A WOMAN)




QUALCHE MAGNIFICA COVER
ENJOY!







Ethel Barrymore disegnata dal pittore John Singer Sargent. La prima celebrità ad essere messa in copertina












AMELIA EARHART