sabato 14 dicembre 2013

TUTTA COLPA DEL VENTO (E DI UN COWBOY DAGLI OCCHI VERDI)



COWBOY IN VISTA! FATEVI BELLE!
Che meraviglia! (almeno per me): il mio ultimo romanzo contemporaneo è finalmente on line sugli store, in tempo per Natale. Voglio ringraziare EmmaBooks, la mia casa editrice, per questo sforzo, perché  ha tirato fuori la bacchetta magica per far sì che fosse pronto per questo periodo. Doveva esserlo, perché è un romanzo con una forte connotazione natalizia, ambientato in Wyoming, con una protagonista italiana e un protagonista cowboy, molto rude e molto figo. Ma vi lascio alla quarta di copertina per avere altre informazioni, al prologo e al book trailer. Enjoy e ditemi cosa ne pensate.
L'ebook è in vendita presso gli store on line.
Versione Kindle, Amazon
Versione epub, Book Republic
             
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La storia
Sì, ci si sono messi in due, il vento e un cowboy, a combinare questo pasticcio. Proprio un cowboy-cowboy, con tanto di cappello e cavallo di ordinanza, uno scassato pick-up rosso e un paio di occhi verdi come due laghi di montagna. Margherita (Maggie) lo incontra appena scende dall'aereo che l'ha portata negli States. Più che incontrarlo, per la verità, si scontra con lui, e nella involontaria colluttazione che segue gli fa pure un occhio nero. Colpa del cowboy, certo, ma anche del vento fortissimo che per lei è molto peggio di una maledizione.

La trentatreenne Maggie Donati scrive romance, è italiana e ha un piano. Un piano scellerato, se per questo. Infatti, nonostante lei sostenga di aver volato per quasi diecimila miglia per passare il Natale con sorella e nipotina, la vera (e segretissima) ragione del suo viaggio nel Wyoming è un'altra, e non di poco peso: vuole un figlio e qualcuno con cui farlo. Perché non un cowboy dagli occhi verdi, allora? Sotto mille luci colorate di un Natale freddissimo, battuto da un vento incessante e imbiancato da neve e ghiaccio, riuscirà Maggie a portare a compimento la sua missione senza cadere nella trappola dell'amore? O forse vi rinuncerà e tornerà a casa, a Milano, a piangere sulla spalla dei suoi cari amici Nick e Nora Corsi? Già, proprio loro, gli eroi di Bang Bang, Tutta Colpa di Un Gatto Rosso che, nel frattempo, hanno messo su casa e famiglia.
Dopo l'Alaska di Un Cuore nella Bufera, un'altra commedia romantica ambientata durante le feste natalizie negli USA, per la precisione a Hope Wyoming, cittadina dove il tempo sembra essersi fermato: settecento anime in tutto, senza contare i cani, i cavalli e neppure i lupi.

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IL PROLOGO.

16 dicembre 2012, Wyoming



Dopo sedici ore di viaggio, uno scalo a Londra e un altro a Chicago, Margherita atterrò alla fine a Cody, dove il vento soffiava talmente forte che l’aereo non aveva fatto che barcollare per tutta la discesa.

Sulle prime pensò di rimanere inchiodata al suo posto sino a quando Eolo non si fosse messo una mano sulla coscienza, ma poi si accorse di sei occhi che la fissavano perplessi e impazienti, quelli di due hostess e di uno steward. Con un sorriso tirato sulle labbra e il terrore nel cuore, si alzò a fatica e caracollò sino all’uscita dove si aggrappò alla maniglia del portellone.

«Signorina, ora dovrebbe proprio scendere…» le disse lo steward senza un minimo di pietà.

Odioso di un uomo!

Possibile che non capisse quanto fosse spaventata dal vento?

Dannato. Inclemente.
Soffiava da ogni direzione graffiandole il volto con punte di ghiaccio, togliendole il fiato, impedendole di muoversi, di fare il primo passo sulla scaletta.
«Signorina…» insistette lo steward.
Chiudendo gli occhi, Margherita cominciò a scendere. Uno, due, tre, quattro scalini. Una pausa. Cinque, sei, sette, otto. E poi…
Terra ferma sotto di lei.
Grazie.
Si sentiva come una sopravvissuta di Lost, ma senza un Josh Holloway qualsiasi a dare un senso di speranza al futuro, o un’isoletta tropicale a fare da cornice al suo incubo.
Perché era il fertile e sconfinato suolo del Wyoming che la accoglieva. Verde in estate, bianco d’inverno. Rosso d’autunno e variopinto in primavera.
Un celebrato, rigoglioso trionfo della natura.
Sempre che non si fosse terrorizzati dal vento.
Margherita si sentì avvolta da una spirale di gelo. Che ci fosse una tempesta in arrivo?
Rabbrividendo, si mise a correre vero il terminal rischiando a ogni passo di scivolare sul ghiaccio.
Niente di che stupirsi, perché era inverno, mancavano due settimane a Natale, il periodo preferito di Maggie, quello in cui era nata e quello in cui, a Dio piacendo, avrebbe concepito suo figlio.
Una folata di aria gelata la colpì in pieno volto e quasi se la portò via. Già che c’era, Margherita, Maggie, imprecò in lingua originale.
«Shit.» 

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